Dalla creazione del servizio di mediazione, nel 2006, il lavoro di Caritas Svizzera per la prevenzione delle mutilazioni genitali femminili è finanziato per la maggior parte dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). Nel 2010 la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) è venuta ad aggiungersi quale nuovo partner. Dal 2016 la SEM e l'UFSP finanziano la Rete svizzera contro le mutilazioni genitali femminili, fondata nel 2016 e i cui promotori sono Caritas Svizzera, Salute sessuale Svizzera e il Centro svizzero di competenza per i diritti umani. L'obiettivo è duplice, ossia proteggere le ragazze e le donne che rischiano di subire mutilazioni genitali, da un lato, e assicurare la presa in carico medica delle interessate, dall'altro.
Secondo le stime dell'UNICEF, nel mondo sono oltre 200 milioni le ragazze e le donne toccate dal problema delle mutilazioni sessuali femminili. Si suppone che ogni anno si verifichino tre milioni di nuovi casi, perlopiù bebè e bambine in tenera età. La mutilazione genitale femminile è praticata in regioni situate nelle regioni a ovest, est e nordest del continente africano e in alcuni Paesi dell'Asia nonché nel Vicino Oriente.
Stando alle stime dell'UFSP, in Svizzera vivono 22 000 donne e ragazze provenienti da regioni in cui vengono praticate le mutilazioni genitali femminili. Esse sono in parte già toccate dal problema o rischiano direttamente di essere sottoposte a questo rituale.
Le moltiplicatrici e i moltiplicatori provenienti dalle comunità direttamente interessate creano un accesso al gruppo target. A loro va affidata l'intera responsabilità per i contenuti, la redazione e la diffusione degli inviti, il lavoro di motivazione a partecipare alle manifestazioni, l'introduzione alle stesse come anche la loro conduzione in veste di moderatrici o moderatori.
mutilazioni-genitali.femminili.ch